Nuova edizione del libro “L’olocausto rimosso” di Michael Palumbo, stampato ma non distribuito dall’editore Rizzoli nel 1992
https://edizionialegre.it/product/le-atrocita-di-mussolini/
Questo libro è stato già pubblicato nel 1992 (con il titolo L’Olocausto rimosso), ma nessuno ha mai potuto trovarlo in libreria. La casa editrice Rizzoli decise infatti, subito dopo averle stampate, di mandare al macero tutte le copie di questo testo, ritenuto evidentemente troppo scomodo. Il lavoro di ricerca di Michael Palumbo sulla storia dei crimini di guerra del fascismo era già presente nel documentario Fascist Legacy prodotto dalla Bbc nel 1989, anch’esso acquistato dalla Rai e mai mandato in onda nonostante L’Unità del 10 giugno 1990 lo definisse come l’opera che «ha posto fine per sempre alla leggenda degli “italiani brava gente”». Palumbo ha portato infatti alla luce la decisiva documentazione proveniente dagli archivi nazionali degli Stati Uniti a Washington DC e dalla Commissione delle Nazioni Unite per i Crimini di Guerra con cui, insieme a ulteriore materiale reperito in dieci lingue diverse, comprova le atrocità commesse in tutti i paesi in cui l’Italia entrò in guerra: dalla Libia all’Etiopia, dalla Grecia alla Jugoslavia. Crimini poi insabbiati dagli angloamericani per non disturbare gli equilibri del dopoguerra e mantenere a disposizione una classe dirigente utile alla crociata anticomunista della nuova Italia democratica. Successivamente, tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, altri studiosi hanno pubblicato importanti ricerche sui crimini di guerra fascisti. Arrivando solo oggi nelle librerie italiane, Le atrocità di Mussolini completa il quadro. Lo stile di Palumbo e la drammaticità degli eventi offrono un affresco tragico e illuminante di cosa è stata l’Italia fascista, un volto che le forze politiche eredi di quella stagione provano costantemente a rimuovere dalla memoria nazionale.
Michael Palumbo è uno storico italo-americano nato a New York nel 1944. Oltre che delle ricerche sui crimini di guerra fascisti, riportate in questo libro e nel documentario Fascist Legacy, si è occupato del conflitto israelo-palestinese pubblicando i volumi The Palestinian Catastrophe (da cui è stato anche tratto un documentario) e Imperial Israel.
«Prima di essere un libro di storia, questo è una sorta di romanzo d’avventura. La storia, in effetti, di una ricerca resa quasi impossibile dalle autorità dei vari paesi (ma soprattutto dell’Italia) e della caparbietà del suo autore». Eric Gobetti
Pubblicazione: novembre 2024
Pagine: 416
ISBN: 9791255600299
Traduzione: Paola Tornaghi
Prefazione: Eric Gobetti
Postfazione: Ivan Serra
MATERIALE EXTRA
“L’OLOCAUSTO RIMOSSO” E “FASCIST LEGACY”: DA UNA CENSURA ALL’ALTRA
di Tamara Bellone e Andrea Martocchia, con i contributi di Alfio Bernabei, Marco Farano, Ken Kirby
Contributo realizzato in vista della nuova edizione de “L’olocausto rimosso” ma non utilizzato.
RECENSIONI
5 novembre 2024
Jacobin Italia “La storia strappata al macero” di Carlo Greppi – articolo online
9 novembre 2024
S’è destra “Serve un museo post coloniale della violenza fascista e italiana” di Valerio Renzi – articolo online
16 novembre 2024
Il Fatto Quotidiano “Italiani cattiva gente. Crimini di guerra e delitti.” di Tomaso Montanari
ARTICOLI PUBBLICATI SU DIECIFEBBRAIO.INFO
Pubblicato il 5 febbraio 2020:
DA “FASCIST LEGACY” A “L’OLOCAUSTO RIMOSSO”: IL LIBRO RITROVATO DI MICHAEL PALUMBO
Pubblicato il 2 settembre 2020:
MICHAEL PALUMBO, 30 ANNI DOPO: UN’INTERVISTA
BIBLIOGRAFIA DI MICHAEL PALUMBO
- The uncertain friendship: Hitler-Mussolini, 1922-1933 Thesis (ph. D.)-City University of New York, 1979
- Nationalism: Essays in Honor of Louis L.Snyder – Edited by Michael Palumbo and William O. Shanahan (Greenwood Press, 1981)
- Human Rights: Meaning and History (Robert E. Krieger Publishing, 1982)
- The Palestinian Catastrophe: The 1948 Expulsion of a People from Their Homeland ( Faber and Faber, 1987; Quartet Books, 1989)
- The Waldheim Files: Myth and Reality ( Faber and Faber, 1988 )
- Imperial Israel: The History of the Occupation of the West Bank and Gaza ( Bloomsbury 1990 & 1992 )
- L’Olocausto Rimosso ( Rizzoli, 1992) – stampato ma non distribuito
- 1948 Nakba – Expulsion of Palestinians – Israeli & western documents & testimony – (self-produced, 2024)
- Le atrocità di Mussolini ( Edizioni Alegre, 2024)
MICHAEL PALUMBO: RASSEGNA STAMPA 1980-2008
1980
28 marzo 1980
New York Times “U.S. Seeks Access to U.N. Archives on War Criminals in Inquiry on Nazis” di Robert Pear
Qui Palumbo annunciava la sua scoperta dei documenti della Commissione delle Nazioni Unite sui Crimini di Guerra (UNWCC) nell’archivio dell Nazioni Unite e lo riportava al lavoro su “Mussolini’s Holocaust”, un libro sulla storia delle atrocità fasciste nei Balcani e in Africa.
31 marzo 1980
St.Louis Post-Dispatch “Nazis: U.N. Rejects U.S. Request To Use Files In War Criminal Hunt” 1980, New York Times News Services
Si tratta dello stesso articolo di Robert Pear, con un titolo differente, in una scansione maggiormente leggibile.
1987
11 ottobre 1987
The Observer “Ironing the creases of history” (The Palestinian catastrophe. The 1948 Expulsions of a People from Their Homeland) di Patrick Seale
23 settembre 1987
The Miami Herald “U.N. panel may free war-crime files“
22 novembre 1987
The Daily Argus “U.N. archives to unveil evidence of Hitler’s World War II atrocities” di Andrew Katell
13 dicembre 1987
-“Gli archivi della discordia” di Romano Giachetti
-“Sono ipotesi non storia” di Fiamma Nirenstein
Qui il corrispondente da New York Romano Giachetti e l’inviata Fiamma Nirenstein ci parlano degli “Archivi della discordia: Uno storico italoamericano accede per primo e avventurosamente ai dossier segreti dell’Onu. Le sue scoperte? I crimini degli italiani in guerra. I responsabili dell’Olocausto. Le coperture di americani e sovietici. E a proposito di Waldheim…”.
Palumbo, considerato “l’uomo che ha scoperto l’archivio dei crimini di guerra delle Nazioni Unite” è invece “…boicottato in patria, privato della cattedra universitaria con l’espulsione dalla City University di New York per le sue indagini storiche sul passato dei responsabili nazi-fascisti, ignorato dalla stampa americana, bersagliato da «minacce multinazionali», e che ha trovato ascolto solo tra i mezzi di comunicazione inglesi…”.
1988
9 gennaio 1988
L’Unità “Storico Usa: Crimini fascisti mai puniti“
L’Unità “Mai puniti i crimini fascisti“ di Wladimiro Settimelli
Corriere Della Sera “Milleduecento italiani criminali di guerra?“
La Stampa “Crimini di guerra. Quanti italiani…“
10 gennaio 1988
Corriere Della Sera “La vera storia dei criminali di guerra” di Silvio Bertoldi
17 gennaio 1988
-“Genocidio all’italiana” di Fiamma Nirenstein
-“All’armi siam archivisti” colloquio con Angelo Del Boca
Qui, a partire da una polemica su fascismo e antifascismo provocata da un’intervista allo storico De Felice, si inizia a parlare di crimini di guerra perpetrati dall’esercito fascista, ma non di crimini contro l’umanità. Vengono presentati i risultati delle ricerche di Palumbo così come verranno poi tradotti nel documentario Fascist Legacy, già annunciato su questo numero di Epoca come in preparazione per la Bbc, tra i crimini fascisti in Africa ed Europa e il loro successivo occultamento per mano degli alleati angloamericani.
24 gennaio 1988
The Observer “Revelead: Italy’s savage war crimes” di William Scobe
1989
30 giugno 1989
Calgary Herald “Historian exposes Waldheim cover-up attempts” di Robin Basu
29 ottobre 1989
Sunday Telegraph “Timewatch: Fascist Legacy. November, 1. BBC2: 8.10-9.00 pm“
3 novembre 1989
The Daily Telegraph “Television. Crack of doom” (Fascist Legacy) di Richard Last
8 novembre 1989
The Guardian “Britain kept war criminals from trial” di Richard Norton-Taylor
9 novembre 1989
L’Unità “E Londra salvò quei criminali italiani“ di Alfio Bernabei
The Expositor “Trials of Italian war criminals blocked by Allies, documents show” Associated Press
10 novembre 1989
La Repubblica “Italia, ecco i tuoi crimini di guerra” di Paolo Filo Della Torre
La Repubblica “E’ vero, e Londra sapeva. Gli storici italiani rispondono“ di Renato Caprile
La Repubblica “L’Italia non è innocente” di E.Franceschini
Corriere Della Sera “In Tv per gli inglesi i crimini degli italiani in guerra” di Mino Vignolo
Corriere Della Sera “Ma poi l’Italia voltò pagina” di Francesco Merlo
Il giornale “Questi italiani sono stati criminali di guerra” di L. Maisano
La Stampa “La BBC processa i criminali italiani” di M. Ciriello
Il Tempo “Crimini di guerra, la BBC accusa” di L. Froni
Il manifesto “Criminali brava gente” di Andrea Colombo
11 novembre 1989
La Repubblica “Italiani suscettibili” di Paolo Filo Della Torre
Corriere Della Sera “Crimini di guerra, ora si minimizza” di Francesco Merlo
Corriere Della Sera “Mack Smith: Gli italiani non hanno colpe, restano brava gente” di Mino Vignolo
L’Avanti “E’ vero, il processo non c’è mai stato” di Libero Lizzadri
Il manifesto “Smemorati. Gli italiani e i crimini di guerra” di Lidia Campagnano
12 novembre 1989
La Repubblica “Tutti assolti…” di Nicola Tranfaglia
24 novembre 1989
La Stampa “Con Rouch il Festival dei popoli“
26 novembre 1989
Rapporto: Italiani criminali. Ecco tutti i nomi dei colpevoli
-“L’olocausto rimosso” di Romano Giachetti
-“E non è finita qui” colloquio con Michael Palumbo di Romano Giachetti
-“La vergogna di Grecia”
Nell’articolo di Romano Giachetti, chiamato come il futuro libro “L’olocausto rimosso”, si recensiva Fascist Legacy trasmesso da qualche settimana dalla Bbc e si ripercorreva la storia di Palumbo a partire dell’autunno 1979 quando fortunosamente per la prima volta ebbe accesso all’archivio dimenticato delle Nazioni Unite. Nessuno all’epoca ne volle sapere di quelle scoperte, eccetto gli inviati di Epoca e quelli della Bbc. Si dà conto anche del libro sui crimini di guerra che Palumbo “conta di portare a conclusione al più presto” dove “troverà posto anche un capitolo dedicato a una campagna che il suo esplosivo documentario, impiantato soprattutto su immagini etiopiche e jugoslave, non ha incluso: la campagna di Grecia”.
2 dicembre 1989
L’Unità “Italiani, pessima gente” di Alfio Bernabei, “Le Fosse Ardeatine di Addis Abeba” di Arminio Savioli
L’Unità “E in Grecia si sapeva da 40 anni” di Antonio Solaro
Corriere Della Sera “Proiettato a Firenze e acquistato dalla Rai il film inglese sui crimini di guerra italiani” di Wanda Lattes
4 dicembre 1989
La Stampa “In tv il film Bbc sulla Libia” di Lorenzo Del Boca
12 dicembre 1989
La Stampa “In quel film c’è Novara” di Piero Barbé
1990
10 giugno 1990
L’Unità “I nostri crimini dimenticati” di Arminio Savioli
… “Il documentario Fascist Legacy (l’eredità fascista) dello storico italoamericano Michael Palumbo e dell’inglese Ken Kirby ha posto fine per sempre alla leggenda degli “italiani brava gente”. Ma che si trattasse, appunto di un mito senza alcun fondamento lo sapevano bene non solo gli storici, ma le vittime (libiche, etiopiche, greche, jugoslave) e, com’è ovvio, gli stessi carnefici” …
29 novembre 1990
Cambridge Evening News “Controversial book launched” (Imperial Israel: The history of the occupation of the West Bank and Gaza)
9 dicembre 1990
The Sunday Telegraph “The Saddam scenario” (Imperial Israel: The history of the occupation of the West Bank and Gaza) di Malise Ruthven
1991
6 luglio 1991
The Age “Less heroic Israel unmasked” (Imperial Israel: The history of the occupation of the West Bank and Gaza) di Paul Monk
1992
12 marzo 1992
L’Indipendente “Italiani bonaccioni? No, assassini” di James Walston
12 aprile 1992
Panorama n.1356 “Come trucidavamo” di Giorgio Fabre
17 aprile 1992
La Repubblica “Quel libro non si stampi!” di Simonetta Fiori
5 settembre 1992
Corriere Della Sera “Una resistenza da favola. Cento pagine per distruggere un’epopea. Storici contro: una moda?” di Silvio Bertoldi
L’unica altra presenza di Palumbo sulla stampa, in quel cruciale e fatale 1992, dopo Walston, Fabre e Fiori, la troviamo in questa recensione di Sivio Bertoldi al libro di Romolo Gobbi “Il mito della Resistenza” edito da Rizzoli. Qui con la frase – “L’americano Michael Palumbo ha rivelato che gli italiani nella seconda guerra mondiale sarebbero stati criminali peggiori dei tedeschi.”– viene accomunato a David Irving e Robert Faurisson, negazionisti dell’Olocausto, come seguace “…della dissacrazione, dell’affermazione del contrario di quanto è storicamente accettato…” che “…è ormai una moda.” e “Frutta curiosità, e quindi notorietà, spesso successo”.
1994
4 giugno 1994
Corriere Della Sera “Il documentario Bbc. Perché non va in onda?” Appello promosso dal Collettivo studentesco romano
7 giugno 1994
L’Unità “La Rai trasmetta il film sui crimini di Mussolini” di Angelo Del Boca
1996
8 settembre 1996
L’Unità “Italiani malagente” di Wladimiro Settimelli
2000
23 aprile 2000
Il manifesto “La lista della vergogna” di Francesca Longo – “Quel che non vedremo in tv. Pulizia etnica, genocidio, torture. La BBC accusa i generali italiani, Raiuno censura” di Francesca Longo e Matteo Moder
2001
25 aprile 2001
L’Unità “Le guerre crudeli di Mussolini. Cade il mito del bravo italiano” di Filippo Focardi
24 maggio 2001
La Stampa “Italiani bravi boia” di Alberto Papuzzi
25 giugno 2001
The Guardian “Italy’s Bloody Secret” di Rory Carroll
7 luglio 2001
Diario “Italiani cattiva gente” di M. Cervino
2002
18 gennaio 2002
Torino Sette “23 gennaio, proiezione di Fascist Legacy“
8 maggio 2002
L’Unità “Un appuntamento con la nostra storia” di Brunello Mantelli
1 novembre 2002
Il manifesto “Il mito del buon italiano” di Angelo Del Boca
2 novembre 2002
Corriere Della Sera “Italiani in Africa. La Rai trasmetta l’inchiesta Bbc” di Giovanni Belardelli
6 novembre 2002
Corriere Della Sera “Colonialismo. Le pagine più nere” di Angelo Del Boca
21 novembre 2002
L’Unità “Vergogne tricolori” di Siro Ferrone
2003
Millenovecento n.3 del gennaio 2003 “La memoria censurata“
… “La minaccia di querela per autore ed editore, con le concomitanti pressioni di ambienti influenti della politica e del mondo militare [corsivo nostro], indussero i dirigenti della Rizzoli a riconsiderare il libro in uscita e a toglierlo dalla programmazione editoriale. Il tenace e combattente Ravalli è scomparso nel 1998, all’età di 89 anni, ed è inumato in un cimitero della capitale, nel loculo di famiglia. Dove sia sepolto il libro inedito di Palumbo è invece un mistero: le bozze di stampa sono scomparse dagli stessi archivi Rizzoli” …
27 gennaio 2003
Corriere Della Sera “Dalla BBC a Bebo Storti: ecco come eravamo“
3 maggio 2003
La Stampa “Fascist Legacy – L’eredità del fascismo (Altra Storia Documenti, La7, alle 23,15)“
2007
30 maggio 2007
Corriere Della Sera “Spropositi” di Gian Antonio Stella
2008
29 marzo 2008
L’Unità “Fascismo senza antifascismo” di Moni Ovadia
1 aprile 2008
L’Unità “Lucarelli ‘ricomincia’ dalla guerra in Eritrea” di Wu Ming 1
13 settembre 2008
L’Unità “All’armi son fascisti” di Moni Ovadia
MICHAEL PALUMBO: BIBLIOGRAFIA RETROSPETTIVA 1988-2020
Ibrahim Abu-Lughod “The Palestinian Catastrophe: The 1948 Expulsion of a People from Their Homeland” Arab Studies Quarterly , Winter 1988, Vol. 10, No. 1 (Winter 1988), pp. 142-144
30. Festival dei popoli : 1989-1959 : 24 novembre-2 dicembre / [catalogo a cura di Lorenzo Coppini], Ministero del turismo e dello spettacolo, Regione Toscana, Comune di Firenze, 1989
p.118 Timewatch – FASCIST LEGACY. Part I – A PROMISE FULFILLED. Part II – A PLEDGE BETRAYED (Gran Bretagna, 1989)
David W. Ellwood “Fascismo e identità nazionale: un discusso programma televisivo inglese” Passato e Presente, Ponte Alle Grazie – numero 22, nuova serie, anno IX – gennaio-aprile 1990
Muhammad Hallaj “The Palestinian Catastrophe: The 1948 Expulsion of a People From Their Homeland” Journal of Palestine Studies Vol. 19, No. 4, Summer 1990
Angelo Del Boca “I crimini del colonialismo fascista” in “Le guerre coloniali del fascismo” Laterza, 1991
p.251 … “Inutilmente il governo imperiale etiopico ha cercato di trascinare Badoglio, Graziani e altri criminali di guerra sul banco degli imputati. Tanto Londra che Washington hanno esercitato sull’imperatore Haile Selassiè ogni sorta di pressioni per dissuaderlo dall’istituire una Norimerga africana.*
* Cfr. M. Palumbo, The British-American Cover-Up of Italian War Criminals. A questo testo, inedito, il regista Ken Kirby della BBC2 si è ispirato per produrre la trasmissione, in due puntate (1 e 8 novembre 1989) dal titolo Fascist Legacy. Si vedano inoltre: F. Nirenstein, Genocidio all’italiana, «Epoca», 17 gennaio 1988; W. Scobie, Revealed: Italy’s Savage War Crimes, «The Observer», 24 gennaio 1988; N. Tranfaglia, Tutti assolti…, «La Repubblica», 12 novembre 1989.”…
Naseer H. Aruri “Michael Palumbo, The Palestinian Catastrophe: The 1948 Expulsion of a People from Their Homeland (London: Quartet Books, 1989). Pp. 233. (First published by Faber and Faber, 1987).”
International Journal of Middle East Studies , Volume 23 , Issue 3 , August 1991 , pp. 460 – 463
Carol J.Erting [et al.] “The Deaf Way. Perspectives from the International Conference on Deaf Culture” Gallaudet University Press, 1994
p.781 …”The most common subtle form of human rights violation for all disabled groups has been identified as “benevolent paternalism.” Michael Palumbo (1982, p. 3) writes that paternalism is the prevailing attitude of most societies toward disabled groups. He mentions in his book, Human Rights: Meaning and History (1982, p. 110), the case of a blind person who was found to have been negligent in an accident simply because he left home by himself. “The public policy,” Palumbo says, “is one of benevolent paternalism, protecting handicapped people so as to allow them to live in seclusion with as little pain as possible” (1982, p. 110). Implicit in this statement is the view that benevolent paternalism also serves to prevent disabled people from being a disturbance to society. “…
James Walston “History and memory of the Italian concentration camps” in “The Historical Journal”, 40, I (1997), pp. 169-183. Cambridge University Press
p.179 …”It is true that Angelo Del Boca, Giorgio Rochat and Luigi Goglia have done much excellent work uncovering Italy’s colonial past, but they all tell of episodes when the past was rejected and on some occasions of attempts actually to suppress it. As late as the summer of 1995, Indro Montanelli, editor, journalist, popular historian and soldier in Ethiopia maintained that the Italian army had not used gas in the Ethiopian war. As far as the Balkan theatre is concerned, there is almost total silence; the little that has been published comes from associations or minor publishing houses and has not had wide distribution. The wars and manifest atrocities which have taken place in ex-Yugoslavia since 1991 have overshadowed the Italian actions in World War II in magnitude as well as obviously being closer in time. At a personal level, I can add examples of obstruction or passive resistance before the break- up of Yugoslavia; a BBC Timewatch programme on Italian war crimes broadcast in the UK in November 1989 was immediately bought by the Italian state broadcasting system’s channel 1, apparently for a high price. More than seven years later it has still not been shown. When I wrote an article for an Italian newspaper on the camps and the war crimes, the paper’s military correspondent, General Luigi Calligaris, refused to write a comment on the piece ‘because these things should not be brought up’; he did not deny the truth of the account but justified himself by saying ‘they [the Libyans, Ethiopians or Yugoslavs] did worse things to our people’. Finally, a book by an American writer, Michael Palumbo, which was due to be published by Rizzoli in 1992, was withdrawn after complaints by one of the people mentioned, a retired prefect who had been convicted of war crimes by the Greek government, again without the facts being contested.”…
Daniel Jacobs, Shirley Eber, Francesca Silvani “Israel and the Palestinian Territories. The Rough Guide” Rough Guides, 1998
p.511 Michael Palumbo The Palestinian Catastrophe. Palumbo uses archive material from the US, Europe and Israel, as well as the testimonies of Jewish veterans, to argue that Ben Gurion always planned to “expel the Arabs and take their place”.
Brunello Mantelli “Gli italiani nei Balcani 1941-1943: occupazione militare, politiche persecutorie e crimini di guerra” ne “L’Italia fascista potenza occupante: lo scacchiere balcanico”. Qualestoria Anno XXX, N.ro 1, Giugno 2002 – Istituto Regionale per la storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia
p.19 …” A tutt’oggi manca ancora una ricostruzione globale delle politiche di occupazione dell’Italia fascista nei Balcani, gli studi pur pregevoli di Enzo Collotti, Teodoro Sala, Tone Ferenc hanno finora analizzato aspetti importanti ma purtuttavia parziali della questione; l’interessante studio di Davide Rodogno, Le politiche d’occupazione dell’Italia fascista nei territori dell’Europa mediterranea conquistati durante la seconda guerra mondiale, tesi di dottorato discussa presso l’Institut universitarie de hautes études internationales di Ginevra (relatore Philippe Burrin), ora in corso di pubblicazione per i tipi di Bollati Boringhieri, pur fornendo notevoli spunti su molte questioni (cfr. il saggio pubblicato in questa stesso fascicolo, infra) ha un taglio troppo generale per potersi soffermare più di tanto sull’area. Proprio per questo è di grande interesse la ricostruzione, ancorché non sempre rigorosa e talvolta viziata da un taglio eccessivamente giornalistico che ne ha fatto il giornalista italoamericano Michael Palumbo; egli è stato il primo a servirsi dei dossier sui crimini di guerra italiani raccolti a suo tempo dalla United Nations War Crimes Commission (d’ora in poi UNWCC) ed ora conservati presso gli archivi dell’ONU. L’indagine di Palumbo è servita come base per la realizzazione da parte della BBC del documentario Fascist Legacy (di cui fu autore il regista Ken Kirby), mandato in onda dall’emittente britannica nel novembre 1989 e mai mostrato al pubblico italiano da alcuna televisione nazionale, pubblica o privata, nonostante in proposito fosse sorto all’epoca un vivace dibattito sulla stampa della penisola. Solo recentemente, per la benemerita iniziativa del Goethe-Institut di Torino, ne è stata acquisita una copia in DVD che è stata proiettata al pubblico del capoluogo subalpino in occasione delle celebrazioni della Giornata della Memoria 2001; il filmato è a disposizione di altre istituzioni culturali per iniziative analoghe. “…
Nicola Labanca “Oltremare. Storia dell’espansione coloniale italiana” Il Mulino, 2002
p.462 …”Un fuoco di sbarramento è stato sollevato presso l’opinione pubblica, sulla stampa e in genere nei media nei confronti della libera e critica ricerca storica sul colonialismo italiano e la si è accusata di denigrare l’opera degli «italiani brava gente». Di recente tale accusa è stata sollevata più volte. A metà degli anni Ottanta in maniera preventiva contro un’opera, poi mai edita, di Michael Palumbo sui crimini di guerra italiani. Alla fine degli anni Ottanta contro la circolazione del documentario televisivo Fascist Legacy. “…
Filippo Focardi Prefazione in “Italiani senza onore. I crimini in Jugoslavia e i processi negato (1941-1945) di Costantino Di Sante. Ombre Corte, 2005
p.9 …”Quest’immagine autoassolutoria è rimasta in voga fino a oggi. In parte come frutto della narrazione della guerra sviluppata dall’antifascismo, più propenso ad esaltare i sacrosanti meriti della Resistenza che non a richiamare i crimini di cui si erano macchiati i soldati di Mussolini nella guerra dell’Asse; in parte (di gran lunga maggiore) come effetto della volontà delle istituzioni e di ambienti politici influenti di difendere l'”onore” del paese e di garantire l’impunità degli accusati. Nel 1992 abbiamo cosi potuto assistere allo strano caso di un libro sui crimini italiani dello storico americano Michael Palumbo: annunciato di imminente pubblicazione per i tipi di una grande casa editrice italiana non mai comparso nelle librerie. Pare a seguito di una querela mossa da un prefetto in pensione, Giovanni Ravalli, criminale di guerra condannato ad Atene nel ’46, le cui gesta erano ampiamente trattate nel libro di Palumbo. Abbiamo altresì assistito alla emblematica vicenda del documentario inglese della Bbc, Fascist Legacy, sui crimini italiani in Etiopia e in Jugoslavia. La sua uscita in Gran Bretagna nel 1989 provocó un’immediata protesta diplomatica del nostro ambasciatore a Londra; acquistato e tradotto in italiano dalla Rai, non è stato mai mandato in onda dal servizio pubblico radiotelevisivo nonostante ripetuti appelli. Uno sparuto numero di spettatori lo ha potuto vedere solo nel 2003 su La7, all’interno di un coraggioso programma diretto dallo storico Sergio Luzzatto, presto cancellato dai palinsesti.”…
Filippo Focardi “La guerra della memoria” Laterza, 2005
p.299 …”Nel corso degli anni le istituzioni sono state sempre molto reticenti a proposito dei crimini di guerra italiani. Nel 1989 la Farnesina ha protestato con la BBC inglese per un documentario, intitolato Fascist Legacy, sui crimini italiani in Africa e nei Balcani. Acquistato successivamente dalla RAI, il programma non è ancora andato in onda. Emblematica anche la vicenda del libro sui criminali italiani dello storico americano Michael Palumbo: annunciato in pubblicazione dalla Rizzoli nel 1992 col titolo L’olocausto rimosso, il volume non ha mai visto la luce. “…
Filippo Focardi “Criminali impuniti. Cause e responsabilità della mancata Norimberga italiana” in Crimini di guerra, a cura di Luigi Borgomaneri. Guerini e Associati, 2006
p.165 … “In conclusione, non risulta corretta l’idea di una costante protezione britannica dei criminali di guerra italiani, come viene sostenuto ad esempio nella seconda parte del documentario Fascist Legacy realizzato dalla BBC nel 1989.* “…
*Il documentario fu realizzato da Ken Kirby con la consulenza dello storico americano Michael Palumbo. La prima parte è dedicata ai crimini italiani in Etiopia e in Jugoslavia. La seconda alla protezione del governo britannico nel confronti dei criminali di guerra italiani. Sulle vicende del documentario, acquistato e tradotto in italiano dalla RAI, ma mai mandato in onda dal servizio pubblico nazionale cfr. Ulrich Beuttler, Über den Dokumentarfilm «Fascist Legacy» vonh Ken Kirby. Ein Beitrag zur längst fälligen Diskussion über die italienischen Kriegsverbrechen, «Storia e Regione», a. XII, n. 2, 2004, pp. 175-188
Gianni Oliva “Si ammazza troppo poco. I crimini di guerra italiani 1940-1943” Mondadori, 2006
p.169 … “Un documentario della BBC – I veti del 1953 si ripropongono, paradossalmente, quarant’anni più tardi. Nel 1989 la televisione inglese propone un documentario, Fascist Legacy, sui crimini di guerra italiani in Etiopia e Jugoslavia. La sua uscita in Gran Bretagna provoca un’immediata protesta diplomatica da parte della nostra ambasciata a Londra. Acquistato e tradotto in italiano dalla Rai, il documentario compare sui nostri teleschermi solo nel 2003, all’interno di un programma storico de «La7». Nel 1992 si assiste alla strana vicenda di un libro sui crimini di guerra italiani, scritto dallo storico americano Michael Palumbo, che viene annunciato di imminente pubblicazione da parte di una grande casa editrice italiana, ma che non compare nelle librerie. Pare che ad impedirne la commercializzazione sia un prefetto in pensione, Giovanni Ravalli, condannato ad Atene nel 1946, le cui gesta sono ampiamente trattate nel volume. É ancora tempo di veti? All’inizio degli anni Novanta, evidentemente, sì. Negli ultimissimi anni, forse, sono stati fatti i giusti passi in avanti. “…
Davide Conti “L’occupazione italiana dei Balcani” Odradek, 2008
p.220 … “Fu però la proiezione, nel novembre 1989, dell’inchiesta della BBC “Fascist Legacy” (L’eredità fascista), di Michael Palombo e Ken Kirby ad imprimere un’accelerazione e una maggiore impronta critica al dibattito sui crimini di guerra italiani obbligando i mass-media e l’opinione pubblica italiana a confrontarsi con la storia nazionale. L’inchiesta attraverso documenti della Commissione ONU, immagini e consulenze di importanti storici italiani come Angelo Del Boca e Giorgio Rochat, che avevano negli anni svolto ricerche “pionieristiche” sull’argomento mostrò i crimini di guerra commessi dagli italiani in Africa e nei Balcani rompendo il muro di silenzio e di oblio costruito intorno al mito del “bravo italiano”, provocando perfino le proteste dell’Ambasciata di Roma a Londra, che accusò di propaganda anti-italiana l’emittente e gli autori del film. Così, mentre tutto il mondo assisteva in qui giorni agli epocali stravolgimenti degli equilibri internazionali determinati dalla caduta del Muro di Berlino, in Italia dopo la proiezione del documentario tutta la stampa nazionale tornò ad occuparsi di quel tema così scomodo per le autorità del nostro paese.”…
Guido Valabrega “Aspetti e problemi della storiografia israeliana” in Conflitti globali 6 – israele come paradigma – Agenzia X, 2008
p.66 …”Uno storico oggi sulla breccia è lo statunitense Michael Palumbo, specie per l’opera più conosciuta che descrive con vigore l’espulsione d’un popolo dalla sua terra a partire dalle svariate esplicite esternazioni dei dirigenti sionisti negli anni trenta, favorevoli al “trasferimento” (si veda per esempio l’incontro tra Ben Gurion e Sharett e l’esponente palestinese Musa al-Alami nella primavera del 1933), sino alle attuazioni della cacciata nelle varie parti del paese ricostruite con dovizia di informazioni inedite (incisiva, per esempio, è la descrizione della conquista e dell’espulsione da Giaffa al quinto capitolo), o alle ultime traversie della popolazione superstite di Faluja che poté restare grazie alla presenza di una missione umanitaria di quaccheri.*”… *M. Palumbo, The Palestinian Catastrophe, Faber anf Faber, London 1987, pp.17,175-180
Elizabeth G.Matthews (Edited by) “The Israel-Palestine Conflict. Parallel Discourses” Routledge, 2011
p.41 …”However, it was in 1987 that three detailed accounts appeared that truly challenged cherished myths of the 1948 events. One was by the American scholar Michael Palumbo, who demonstrates in The Palestinian Catastrophe: The 1948 Expulsion of a People from Their Homeland the absurdity of the myth. Palumbo tells the story of how the Zionist conquest of Palestine involved not only the occupation of the territory and the displacement of its people, but the widespread plunder and looting of Palestinian Arab land, shops, homes, and possessions. “…
Filippo Focardi “Il cattivo tedesco e il bravo italiano” Laterza, 2013
p.132 …”Sulla base delle denunce effettuate alla Commissione per i crimini di guerra delle Nazioni Unite, indagate per la prima volta dal giornalista americano Michael Palumbo*, Brunello Mantelli ha indicato la cifra complessiva di 250 mila vittime dell’occupazione italiana in Jugoslavia e 100 mila in Grecia. Questi dati devono essere quasi certamente ridimensionati per quanto riguarda la Jugoslavia, e comunque scomposti e analizzati con cura. “…
* “Sulla base delle sue ricerche a New York sulle carte della Commissione per i crimini di guerra delle Nazioni Unite, Palumbo aveva realizzato una monografia sui crimini di guerra italiani, di cui nel 1992 fu preannunciata l’uscita per i tipi di Rizzoli con il titolo L’Olocausto rimosso. Tuttavia, in seguito a polemiche suscitate da anticipazioni di stampa, la casa editrice decise di non pubblicare il libro. Dalla lettura delle bozze del volume, che ho avuto modo di svolgere alcuni anni fa, ho tratto la convinzione di un uso scientificamente non rigoroso del pur importante materiale raccolto dall’autore. Sulla vicenda cfr.: G. Fabre, Come trucidavamo, in «Panorama», 12 aprile 1992, pp. 114-117; S. Fiori, Quel libro non si stampi!, in «la repubblica», 17 aprile 1992. “
Ilan Pappé “La pulizia etnica della Palestina” Fazi Editore, 2016
…”Ci fu però anche chi sostenne apertamente il punto di vista palestinese, come Michael Palumbo, il cui The Palestinian Catastrophe, pubblicato nel 1987, confermava la versione palestinese degli eventi del 1948 con l’ausilio di documenti dell’ONU e interviste a profughi ed esuli, le cui memorie di quello che avevano subito durante la Nakba dimostravano di essere ancora ossessivamente vivide. “…
Alberto Stramaccioni “Crimini di guerra. Storia e memoria del caso italiano” Laterza, 2016
p.157 …”Filippo Focardi ha compiuto una ricognizione anche quantitativa sulle vittime di crimini di guerra commessi dagli italiani. Egli sostiene che la storiografia non ha ancora fornito stime affidabili sulle vittime di tante azioni criminose. Quelle più attendibili riguardano le colonie in Africa, dove, secondo Angelo Del Boca, sono stati 100.000, su una popolazione di 800.000, i libici vittime della conquista e dell’occupazione italiana, mentre per l’Etiopia Matteo Dominioni ha indicato la cifra di 200-250.000 morti per «privazioni, in combattimento o per rappresaglie nel periodo seguito all’occupazione italiana (1936-1941), cifra che a suo giudizio andrebbe raddoppiata se si includono anche le perdite subite dall’Etiopia durante la guerra di aggressione del 1935-1936. Per quanto riguarda invece i Balcani, Brunello Mantelli – sulla base delle ricerche condotte presso gli Archivi delle Nazioni Unite dal giornalista statunitense Michael Palumbo – ha indicato la cifra di 100.000 vittime per la Grecia e di 250.000 per la Jugoslavia. Questi dati si basano sulle denunce inoltrate dai due Paesi alla Unwcc (United Nations War Crimes Commission) di Londra, e devono essere probabilmente ridimensionati per quanto riguarda la Jugoslavia, e comunque scomposti e analizzati tra Slovenia, Dalmazia, Croazia e Montenegro. “…
Davide Conti “Gli uomini di Mussolini” Einaudi, 2017
p.193 …” Il prefetto venuto da Atene: Giovanni Ravalli. – Giovanni Ravalli nell’aprile del 1992, minacciando querele contro lo storico statunitense Michael Palumbo e la casa editrele Rizzoli riuscí a evitare la pubblicazione di un libro sui crimini di querra italiani nei Balcani e in Africa”. Nel volume era presente un capitolo riguardante il comportamento delle truppe del regio esercito in Grecia con un riferimento particolare proprio alla condotta dell’allora tenente della Divisione Pinerolo, che terminato il conflitto era stato processato, condannato e incarcerato come criminale di guerra dal Tribunale di Atene.”…
… “Dell’ex prefetto, dopo la pensione, si tornò a parlare in relazione ai crimini di guerra italiani nei Balcani, con la polemica contro Michael Palumbo e poi con l’articolo del giornalista inglese Rory Carroll della testata The Guardian. Carroll raccontò il passato in Grecia del prefetto, riferendo del caso della morte del poliziotto Isaac Sinanoglu, seviziato e ucciso sotto responsabilità di Ravalli nel 1941, e di come in Italia fosse stata impedita l’uscita del libro di Palumbo, grazie alle amicizie potenti (powerful friends) di cui l’ex tenente della Pinerolo poteva ancora godere. “His secret remained safe – chiosò Carroll – just as Italy’s secret remained safe“. Giovanni Ravalli morí a Roma il 30 aprile 1998. “…
Ali Abdullatif Ahmida “Genocide in Libya. Shar, a Hidden Colonial History” Taylor & Francis, 2020
p.54 …”While European filmmakers romanticize Italy, two critical movies depicting the genocide in Libya, Ethiopia, and the Balkans were censored in Italy. The first of these movies is Mustafa Akkad’s 1981 film Lion of the Desert, which dramatizes the history of anti-colonial Libyan resistance led by ‘Umar al- Mukhtar, using real footage of the deportation and internment for the first time. The movie was banned in Italy. When it was released after Colonel Qadhdhafi’s visit to Italy to sign a new treaty regarding colonial oppression in 2008, the movie was briefly shown in limited theaters. The second film is A Fascist Legacy, a 1989 BBC documentary on the Italian Fascist atrocities in Libya, Ethiopia, and Yugoslavia. It was based on the work of the American historian Michael Palumbo, who discovered classified files showing a post- World War II cover-up of war crimes committed by Italian Fascist generals and officials of the Allies. The Italian government protested the film, then bought the rights and shelved it. I tried to find a copy of the film for ten years and discovered only six libraries worldwide that owned it. When I requested it through my university’s inter-library loan office, I was told it could not be pro- vided to me due to legal arrangements. It is clear that censorship played a major role in silencing history of the genocide. It was only in 2017 that I was able to obtain a copy of the film from an Australian university. The two- hour-long film documents a record of the horrors and atrocities of the Italian Fascists and the Allies’ cover-up, based on classified files at the British Archives which were discovered accidently by American historian Michael Palumbo. In a January 2018 communication with the film producer Ken Kirby he informed me that the film script was based on Palumbo’s memo and the evidence of cover-up. Palumbo discovered by accident at the British PRO (Public Record Office) classified files that prove a cover-up by the Allies to not push for war crimes against Italian Fascists. The files were removed immediately after he revealed them in the film.”…
p.57 …”Twenty-three years ago, when I wrote my book The Making of Modern Libya, I discovered that most scholars of fascism and totalitarianism viewed Italian Fascism as a lesser evil. My studies based on archival research and oral interviews with the elderly Libyans who fought Italian colonialism confirmed fascism’s outrage, resulting in my discouragement and disillusionment of the appalling case of historical amnesia. Sixteen years ago, I began to research primary material on fascist concentration camps in Libya, recognizing that there were indeed some scholars, and two journalists, who were pioneers in the study of the history of genocide in Libya: English anthropologist E. E. Evans-Pritchard, Italian anti-fascist historians Giorgio Rochat, Angelo Del Boca, and Nicola Labanca, journalists Eric Salerno and Gustavo Ottolenghi, American historian Michael Palumbo, and American historian of Italian Fascist cinema Ruth Ben-Ghiat and Libyan historian Yusuf Salim al-Barghathi. Despite differences in age, background, method, and field of expertise, this group shares a focus on Italian Fascist atrocities in Libya, especially concerning the concentration camps that existed between 1929 and 1934. Labanca is correct in stating that Italian historians were silent about the Libyan colonial internment up to the 1970s.”…
p.116 …”The most famous film on colonialization and the struggle for independence, the classic The Battle of Algiers (1966) by Gillo Pontecorvo, should have portrayed the atrocities in Libya and Ethiopia. Is it because Algeria was known all over the world while Italian Libya was obscured and unknown? It is a puzzle. For Pontecorvo, was Algeria a safer case, or was it hard to make such a film inside Italy? He admitted that the Italian pubic would not have liked a film on Italian colonialism. More research must be done to find out why. However, there is no escaping from the consequences of this silence on Libya’s genocidal history. It opens the door for an uncritical setting for the cultural and artistic production of the misleading myth, of moderate Italian Fascism. A cinematic genre invented this myth and popularized it. Italian soldiers have been depicted in a new genre made popular by Italian, English, and American films such as Mediterraneo, Tea with Mussolini, and Captain Corelli’s Mandolin, while critical films like Lion of Desert were being banned, and critical documentary films like Fascist Legacy were being purchased by the Italian RAI television channel and shelved to restrict their distribution.
Fascist Legacy was deemed dangerous because it revealed the secret and hidden history of fascist atrocities, genocide, and war crimes. I spent three years trying to find the film, and to contact the historian, Michael Palumbo, who provided the historical research and primary material that became the basis for the film, and I failed to find either. I discovered, to my surprise, that there exist only five copies worldwide. I could not locate historian Michael Palumbo despite the efforts of my colleagues and my university library staff. An Australian university agreed to mail me a copy of the film. Palumbo, who had discovered declassified files on the Allies’ cover-up, had disappeared for two decades and I could not locate him. The case of the BBC documentary film on Italian Fascist war crimes and atrocities is significant. Fascist Legacy was an attempt by the BBC producers to show the dark side of Italian Fascism and break the silence, but it was thwarted and defeated by the Italian state. What an irony that the BBC, a public organization, supported by taxpayers in England for informing public opinion, was thwarted by power and politics, resulting in the censorship of its work. I did not know that there was a cover-up and censoring of the film, and it has been difficult to find the people behind this remarkable documentary. In March 6, 2018, I finally found the address for Ken Kirby, the BBC producer behind the film, who answered my questions and talked about the politics behind the shelving of the film and its puzzling disappearance from Western Libraries. Mr. Kirby wrote the following answer:
Michael Palumbo told me that he discovered the original documentation in the Public Records Office in London. I think they were open to view initially probably because people knew very little about Fascist Italy’s war crimes. I don’t think historians within the PRO understood the significance of the documents and they were open to be viewed. When Palumbo spotted the documents, he thought he would copy them but when he went to the photocopier there was such a queue that he almost gave up, but he decided he would wait and managed to copy them. It was a good job he did because when the Public Records Office found out we were making a film based around them many were withdrawn. I don’t think this was due to any kind of conspiracy but the PRO, just being prudent, perhaps withdrew them temporarily to absorb their importance or significance. I am not sure if the documents were returned to public access. There was one large Black book in the PRO that Palumbo told me about which contained all the prosecutions of Italian War Criminals post war. All those prosecuted are listed, their crimes detailed, the sentence detailed (To be hung, jailed or released) When the two-part Timewatch Fascist Legacy was aired on the BBC it came down to BBC Enterprises the commercial arm of the BBC to do what it does best and sell them. I believe that The Italian TV RAI 3 was first on the waiting list and bought the film for a substantial amount of money. (Sorry can’t remember the figure but for several years the films held the record for the highest amount paid for two BBC Docs) RAI 3 was keen to construct an entire evening’s programming around the films and as the deadline came closer to handover and agreement to transmit the BBC got cold feet. BBC Lawyers, I’m led to believe, were afraid that despite the deaths, of people like Badoglio and Graziani, uniquely in Italy, the relatives can possible sue the BBC for the impact the films had on “Family Honor.” The BBCs lawyers hesitated to the point where on the morning of the RAI 3 broadcast RAI 3 got cold feet and backed out. By the afternoon the BBC decided it was probably OK to let the film be transmitted and they would take the chance. Next on the waiting list was RAI 1 which, in the words of an insider RAI producer, “Buried it in the RAI Deepfreeze!” I suppose with the conflict in Yugoslavia its fate for being broadcast in Italy was sealed. “…
a cura di Ivan Serra